I 4 personaggi a cui le famiglie hanno voluto dedicare il Trofeo, sono magari sconosciuti al grande pubblico, ma sono stati e saranno sempre un punto di riferimento, per tanti allenatori e per i settori giovanili delle squadre professioni stiche. II loro metodo e la loro umanità, uniti alla competenza, hanno fatto di Mino Favini, Giorgio Rustignoli, Nazzareno Tosetti e Sergio Gualdi, un esempio da seguire e imitare nel tempo. Il settore giovanile del Como, grazie a loro e ai tanti futuri collaboratori, fece crescere un numero infinito di giocatori, che furono protagonisti nelle maggiori serie per tre decadi dal 1971 fino al 1996. Tutto nasce a Como nel 1971, quando al comando della società arrivò da Meda il gruppo dei “Mobilieri”, del presidente Tragni. La società decise di affidare la gestione del settore giovanile al medese Firmino Favini, per tutti Mino, ex mediano del Como degli anni 50. Favini fu da subito un innovatore, allora i settori giovanili comprendevano solo la squadra Juniorese gli Allievi, iniziando a lavorare su ragazzi di 16/17 anni. Favini decise di abbassare notevolmente l’età iniziando ad accogliere ragazzi dai 12 anni e creando la prima scuola calcio. Il bacino d’utenza comasco era limitato e il Como decise di iniziare le selezioni anche nelle provincie confinanti, tanto che la prima sede fu a Milano, per contrastare Inter e Milan nel reclutamento dei giovani. Nel 1977, con l’acquisto del campo di Orsenigo, si realizzò il Centro Sportivo, dove Favini riusci a realizzare i suoi innovativi progetti e a costruire il settore giovanile del Como, che è en trato nella leggenda. Sembra incredibile ma tutto è nato su un divano, quello davanti alla sua scrivania e di lato a quella di Rustignoli, su quel divano si sono seduti, in giovane età, tanti futuri campioni. I due durante i loro colloqui riuscivano a capire se il ragazzo di fron te a loro fosse adatto a far parte del settore giovanile, ancora prima di valutarne le doti tecniche ed atletiche, anteponevano i valori umani e dimpegno del ragazzo, che erano garanzia di crescita. Il settore giovanile del Como, con le prime vittorie, diventò sempre più grande ed importante e Favini e Rustignoli, trasmisero la loro idea a diversi collaboratori fidati come Nazzareno Tosetti e Sergio Gualdi, che mantennero e tramandarono il loro sistema fino ai giorni nostri. Favini nel 1992, in contrasto con le idee della società, con il Como da diverse stagioni in serie C, lasciò il Como per trasferirsi all’Atalanta a forgiare altri giovani ma, grazie ai suoi insegnamenti, la fabbrica dei campioni comaschi riusci ad andare avanti fino alla retrocessione del Como in serie D nel 2005. L’organizzazione del Torneo e del Trofeo è stata fortemente voluta dai figli Stefano Favini, Giuseppe Rustignoli, Lorenzo Tosetti, Enrico, Alvaro e Alessandro Gualdi, che ogni giorno vivono la memoria e gli insegnamenti del calcio dei propri genitori. L’associazione Pirati di Como, amica da sempre, partecipa attivamente alla riuscita del Trofeo dando supporto sui campi ed in cucina a 360 gradi con i suoi collaboratori sempre presenti e disponibili a titolo volontario in tutte le edizioni.
LA FINALISSIMA DEL TROFEO INTERNAZIONALE FAVINI RUSTIGNOLI SARÀ DIRETTA DALL’EX ARBITRO DI SERIE A ANGELO BONFRISCO ( in foto )
Angelo Bonfrisco , è un ex arbitro di calcio italiano.
Nella stagione 1993-1994 debutta in Serie B, il 5 settembre 1993, alla seconda giornata di campionato, nella gara tra Cosenza e Palermo vinta per 1-0 dai padroni di casa.
Il 4 giugno 1995 esordisce in Serie A, in Reggiana-Foggia 1-1, ultima giornata di campionato, con le due squadre già retrocesse in Serie B.
Arbitra l’ultima partita in Serie A il 14 aprile 2001, Vicenza-Bologna 4-2
È inoltre ad oggi protagonista nella trasmissione calcistica “SALA VAR” su Telelombardia ogni lunedì con l’emittente radiofonica ERREVIRADIO e collaboratore di diverse testate giornalistiche italiane .